Lo smalto dei denti deve la sua durezza al contenuto in idrossiapatite, un composto minerale a base di calcio e fosforo che lo rende eccezionalmente resistente agli insulti meccanici legati alla masticazione ed agli attacchi dei batteri della placca dentaria.

Ma anche l’idrossiapatite, come tutti gli eroi, ha un punto debole: l’acidità. Se la saliva diventa troppo acida, l’idrossiapatite si corrode e si scioglie rendendo lo smalto imperfetto, così il danno può proseguire verso gli strati più profondi del dente, che vengono esposti a loro volta all’acidità e ai batteri cariogeni.

L’azione preventiva del fluoro venne scoperta negli anni ‘30 del secolo scorso, studiando la scarsa presenza di carie nella popolazione di una particolare zona del Colorado (USA), dove le acque erano particolarmente ricche in fluoro.

Come funziona il fluoro? Il fluoro si inserisce stabilmente nella molecola di idrossiapatite mediante una reazione chimica e la trasforma in fluoroapatite, sostanza molto più resistente all’acido. Inoltre il fluoro favorisce la mineralizzazione dello smalto consentendo fissaggio del Calcio e Fosforo. Infine il fluoro inibisce i batteri cattivi della placca dentaria (soprattutto il famigerato Streptococcus mutans).

Nel tempo sono state proposte varie strategie per la fluoroprofilassi, fra cui l’aggiunta di fluoro agli alimenti per l’infanzia e al sale da cucina, la fluorizzazione dell’acqua pubblica, la somministrazione di fluoro in gocce o compressine a lattanti e bambini in età prescolare e alla mamma in gravidanza, nonché l’utilizzo di vernici, colluttori e gel contenenti fluoro.

Ma la più comune modalità di somministrazione del fluoro è oggi l’utilizzo di dentifrici che lo contengono, in quanto le altre forme di profilassi sono meno raccomandate dalle ultime Linee Guida, anche per evitare rischi di sovradosaggio di fluoro, dannoso anch’esso per i denti se assunto in quantità eccessive.

Praticamente oggi quasi non c’è dentifricio in commercio che non contenga fluoro. Ma QUANTO fluoro deve contenere un dentifricio?

I dentifrici in commercio contengono fluoro in concentrazioni comprese fra 400 ppm e 1500 ppm (ppm= parte per milione, cioè 1 milligrammo per ogni Litro), ma se la concentrazione è inferiore a 1000ppm non c’è effetto preventivo sulla carie. E’ anche vero che se si superano le 1000 ppm, per i bambini piccoli c’è il rischio di inghiottire il dentifricio e rischiare un danno da fluoro in eccesso (infatti sotto i 6 anni sono consigliati dentifrici contenenti 500 ppm di fluoro).

Tenuto conto che non tutti i bambini hanno lo stesso rischio di carie, dato che tale rischio dipende da vari fattori, ecco che stabilire la giusta fluoroprofilassi è una delle tante ragioni per consultare un odontoiatra pediatrico nei primi anni di vita: quale dentifricio usare? quanto dentifricio usare? Sono indicati altri metodi di prevenzione?