Cosa sono le allergie?

Le patologie allergiche sono espressione di un’alterata risposta del sistema immunitario nei confronti di sostanze estranee; tale risposta alterata (l’allergia, appunto, chiamata anche atopia) è una condizione che si mantiene per tutta la vita, ma le sue manifestazioni cliniche (il comparire di sintomi e la loro gravità) non sono prevedibili.

Cosa hanno di particolare le allergie nei bambini?

Nell’infanzia le malattie allergiche si manifestano in modo peculiare. Nel bambino molto piccolo i sintomi interessano principalmente la pelle: infatti l’allergia si manifesta con la dermatite atopica. Solo con il passare degli anni compaiono altre manifestazioni, soprattutto a carico dell’apparato respiratorio, come la rinite allergica e l’asma. Questo percorso che le manifestazioni allergiche seguono durante l’età pediatrica viene chiamata “marcia atopica”.

Inoltre nei primissimi anni di vita le allergie ad alimenti (si tratta soprattutto di allergie al latte vaccino, all’uovo, al grano) sono molto più frequenti che nelle età successive e tendono nella maggior parte dei casi a risolversi da sole.

I dati forniti dalla SIAIP (Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica) indicano che la percentuale di bambini allergici ha una continua tendenza ad aumentare: oggi, nei bambini al di sotto dei 14 anni, la percentuale è compresa fra il 30% ed il 40%.

Perché le allergie sono in aumento?

Alla base delle malattie allergiche c’è innanzitutto la predisposizione genetica che, però, è modulata dall’ambiente in cui si vive; il rapporto fra genetica e ambiente è infatti molto importante.

Se un individuo predisposto geneticamente vive in un ambiente in cui il contatto con sostanze estranee potenzialmente in grado di indurre l’allergia è scarso, il rischio che queste sostanze riescano a scatenare l’allergia è molto basso, nonostante la predisposizione genetica. Se viceversa il contatto con sostanze che favoriscono lo sviluppo di allergie è elevato, il rischio aumenta.
Ma non stiamo parlando solo degli allergeni, cioè delle sostanze verso le quali è rivolta la reazione allergica (ad esempio il polline, la polvere, il gatto…); esistono altri fattori in grado di scatenare l’allergia in quanto capaci di modulare la predisposizione genetica: per esempio l’inquinamento ambientale e lo stile di vita.
L’inquinamento e lo stile di vita (abitudini alimentari, contatti con animali, frequenza di infezioni) spiegano, ad esempio, perché l’epidemia di malattie allergiche non ha il medesimo impatto nelle varie parti del mondo: in Paesi più poveri, per esempio in Africa, le percentuali di soggetti allergici sono infatti molto più basse che non nei Paesi occidentalizzati.

Si può fare qualcosa per prevenire le allergie nei nostri bambini?

Si, qualcosa si può fare fin dai primi giorni della gravidanza e nei primi mesi di vita del neonato: innanzitutto smettere di fumare! Molti studi hanno dimostrato che il fumo è uno dei principali responsabili dell’insorgenza di malattie allergiche. Alcune sostanze contenute nel fumo di sigaretta, infatti, provocano irritazione e infiammazione. Inoltre, è noto che nei figli di madri fumatrici le patologie allergiche sono più frequenti e l’asma bronchiale è più precoce e più grave nei bambini che vivono con adulti fumatori. E ricordiamoci che anche il fumo passivo è dannoso per il feto e il neonato.

Altre misure preventive utili sono favorire l’allattamento al seno per almeno sei mesi, utilizzare farmaci (ad esempio antibiotici o antiinfiammatori) solo se davvero necessari e contenere, se possibile, l’esposizione all’inquinamento ambientale.

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