Tra le cose che più sorprendono e a volte destabilizzano i neo-genitori alla prese con la nascita del primo figlio c’è sicuramente il pianto del bambino.
Questo succede anche perché spesso, le mamme e i papà di oggi si trovano per la prima volta ad accudire un neonato, cosa che nel passato non succedeva perché già all’interno del nucleo familiare si veniva in contatto con altri bambini.
Gli studi dimostrano che un neonato piange “in media” quattro ore al giorno. Questo significa che ci sono neonati che possono piangere, per esempio, otto ore al giorno, mentre altri piangono molto meno.
Ma perché piange un neonato? La maggior parte dei genitori tende ad attribuire a questa esternazione il desiderio e la voglia di mangiare.
Questa interpretazione deriva dal fatto che ogni volta che diamo il seno, oppure un biberon o un ciuccio o il seno ad un neonato mentre piange, questo immediatamente smette.
Ma non è sempre fame: un bambino appena nato, ovviamente, non può parlare. La sua prima forma di comunicazione è quindi il pianto, che può usare per esprimere una grande varietà di bisogni e sentimenti.
Come riuscire allora a capire perché un bambino sta piangendo?
Come spesso accade, in aiuto dei neo-genitori arrivano gli specialisti, e in particolare il Neonatologo. Il confronto con questo specialista, già durante il Corso di Accompagnamento al Parto, è fondamentale per acquisire competenze sulla corretta interpretazione dei segnali che il neonato indirizza al mondo esterno.
Per questa ragione il Corso Preparto Koelliker include due incontri con un Medico Neonatologo, utili a toccare diversi temi e argomenti fondamentali per la gestione del bambino già dai primissimi giorni di vita e a seguire.
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