L’estate è la stagione in cui le punture di insetto sono più frequenti perché gli abiti sono leggeri e lasciano molta pelle scoperta; inoltre si sta spesso fuori casa o con le finestre aperte.

Gli unici veri pericoli sono legati alla possibilità di una puntura di imenottero (vespa, calabrone, ape) in un soggetto allergico al suo veleno. In tal caso la possibilità, anche se molto remota, è quella di una reazione anafilattica che, in quanto grave, comporta immediatamente la chiamata al servizio di emergenza (112) oppure, nei casi di allergia già diagnosticata, all’utilizzo dell’adrenalina autoiniettabile, che gli allergici al veleno di imenotteri portano sempre con sé.

In tutti gli altri casi c’è comodamente il tempo di domandarsi cosa fare e di chiedere consiglio telefonicamente al Pediatra.

In caso di puntura di calabrone, vespa o ape (in soggetto non allergico) se il pungiglione è rimasto nella sede della puntura andrà rimosso (se lo chiedete al Pediatra ve lo confermerà) e i problemi principali saranno il dolore e l’arrossamento/gonfiore nella sede della puntura.
Potete applicare nella zona della puntura del ghiaccio e chiedere al vostro Pediatra consigli sull’uso di farmaci antidolorifici e creme a base di cortisonici. Per le punture da tafano o da ragni valgono in linea di massima le stesse indicazioni.

Nel caso di punture di zanzara o di pappataci (spesso numerose) il problema principale è invece il prurito: oltre agli impacchi freddi potrete chiedere al Pediatra consigli sull’utilizzo di farmaci antistaminici da somministrare per bocca.

Quando le lesioni da puntura d’insetto perdurano oltre 3-5 giorni e non tendono a migliorare, l’attenzione si sposta sulla possibilità di sovrainfezione delle punture (favorita anche dal ripetuto grattamento). In tal caso sarà corretto telefonare al Pediatra e sapergli riferire se sono presenti croste gialle o fuoriuscita di siero (indice di un’infezione della pelle chiamata impetigine) oppure una stria arrossata che parte dalla sede della puntura e risale lungo l’arto o lungo il tronco (indice di linfangite, un’infezione dei vasi linfatici). Il Pediatra vi potrà dare indicazioni sull’eventuale terapia antibiotica, locale o generale.

Anche una sola puntura di zanzara, ma in sedi particolarmente delicate (come la palpebra, ad esempio) può provocare un importante gonfiore (edema). Il Pediatra potrà rassicurarvi sulla sua benignità e consigliarvi il da farsi (impacchi freddi, controindicate le creme a base di cortisonici).

Ricordiamo sempre che “prevenire è meglio che curare”. Quindi: zanzariere, abiti chiari e arti coperti soprattutto la sera, repellenti per insetti, controllo delle lenzuola e attenzione agli alveari.