Dottor Alessandro Mariani
Si occupa di: Neuropsichiatria infantile
Bio

Ho incontrato il mondo dell’infanzia nei primi anni ‘70, quando, tra gli studi di Liceo Classico e l'inizio dell'Università in medicina, ho avuto l'opportunità di conoscere e seguire bambini e nuclei familiari in difficoltà, in un doposcuola di barriera a Torino. Un’attività volontaria nata sotto la guida di giovani insegnanti esperti, condivisa con altri amici adolescenti come me, e con la scoperta delle risorse e del dolore, spesso nascosto, dei bimbi. Si è trattato per tutti di “anni formidabili”, con sofferti ed appassionati cambiamenti e vere opportunità, che hanno poi orientato e realizzato progetti e percorsi di vita. Per me, una volta laureato (non senza alcune difficoltà), sono poi seguiti la scelta della specializzazione in neuropsichiatria infantile, e dieci anni di lavoro come medico assistente a tempo pieno, presso i Centri di Salute Mentale per adulti. Contemporaneamente a questi, la mia analisi personale, nove anni, condotta da uno psicoanalista didatta della SPI, con l’approfondita ed autentica scoperta dei movimenti emotivi e delle dinamiche mentali racchiuse nelle proprie relazioni con le persone; un aspetto centrale per saper accogliere e condurre nel qui ed ora del colloquio clinico, comunicazioni e nodi di genitori e bimbi ed attivarne le risorse.

All’inizio del 1990, mentre ancora stavo concludendo il mio successivo training teorico-clinico in psicoterapia psicoanalitica dell'infanzia e adolescenza, nella stessa scuola di formazione, su modello inglese “Tavistock”, dove oggi insegno, ho vinto un concorso come medico specialista a tempo pieno di un servizio totalmente nuovo di neuropsichiatria infantile, a Moncalieri. È stata nuovamente una preziosa opportunità, durata quasi trent’anni: poter seguire nel tempo, ed esaminare clinicamente, una grande quantità di minori, seguiti dai primi anni di vita sino alla loro maggiore età, con vari tipi di condizioni di salute, e di osservare con attenzione, attraverso le loro storie di vita, lo sviluppo dei processi di consolidamento, delimitazione, spostamento o diffusione dei disturbi neuropsichiatrici infantili, oppure la loro quasi totale scomparsa. Ho conosciuto anche le famiglie dei bimbi, le loro vicende di vita, il loro ambiente sociale, e appoggiato professionalmente gli operatori che hanno lavorato per loro, e che individualmente o in modo corale hanno apportato il proprio contributo al lungo percorso di cura del bimbo. Tutto questo poi in collaborazione strategica ed attiva coi pediatri ospedalieri, ed i pediatri di libera scelta, i medici di medicina generale della mia ASL, e tutte le figure professionali dell’universo NPI. Da questa esperienza è emersa una mia certezza, che guida ancora oggi la mia attività: la qualità di quanto i bimbi hanno ricevuto, o possono ancora ricevere, quotidianamente da famiglie ed ambiente, unite alle loro specifiche doti di base, sono state il fattore di un benessere continuativo nel presente, che a sua volta ha promosso una conseguente acquisizione di abilità e di salute nel tempo; a noi operatori tocca quindi il compito di individuare e sciogliere quei nodi che impediscono il loro sviluppo. Inoltre, parallelamente a questo lungo impegno lavorativo ed apprendistato, ho potuto assistere, ed esserne a volte il regista attraverso una mia attività di studio, ricerca e divulgazione, ai profondi e continui cambiamenti nell’ambito della disciplina NPI. Visti con gli occhi di oggi si è trattato di una vera e propria sotterranea rivoluzione copernicana, che ha costretto tutti a continui aggiornamenti: l’affermarsi delle neuroscienze e delle sue incredibili scoperte, l’attenzione ingegneristica all’organizzazione dei servizi, la cura psicoterapeutica negli ambienti di vita, l’approccio scientifico ai disturbi di apprendimento ed ai processi di inclusione, comprese le disabilità, l’applicazione di modelli di salute secondo le indicazioni dell’OMS, i nuovi schemi diagnostici.

Nell’ultimo periodo della mia attività nel pubblico sono stato per alcuni anni, prima “Direttore Facente Funzione di Struttura Complessa”, e poi Responsabile di Struttura Semplice a Valenza Dipartimentale della mia originaria struttura di NPI, che nel frattempo faceva parte dell’ASL TO-5 (Carmagnola, Chieri, Moncalieri, Nichelino). Una volta in pensione, ho continuato a dedicarmi con più tranquillità, insieme ad un’attività ambulatoriale, anche ai miei consueti interessi per l’infanzia, compresa la presenza attiva nella mia società scientifica (SINPIA), cui partecipo, con vari ruoli istituzionali, dal 1984. E poi, ancora, l’insegnamento in università. Ho potuto così produrre ulteriori pubblicazioni, a completamento di quelle redatte precedentemente. Infine, dalla primavera del 2019 un nuovo inizio ed una nuova opportunità che dura tutt’ora. La proposta a collaborare a rilanciare e coltivare le attività dedicate ai bambini dell’Ospedale Koelliker, cui ho aderito con entusiasmo, potendo così mettere in pratica, ancora una volta, ed insieme agli altri colleghi e specialisti, la mia competenza specialistica ed il mio interesse per il bambino, l’adolescente e la sua famiglia.

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