Al mare (ma anche in piscina) gli incidenti possono essere gravi e bisogna evitarli!
Ecco un decalogo da rispettare: il 1°punto riguarda il rischio di annegamento e la migliore prevenzione è … saper nuotare 😉
In Italia abbiamo ben 154 spiagge bandiera verde, cioè a misura di famiglia: sono riconosciute da una commissione di 2.903 pediatri italiani e stranieri come spiagge incontaminate e dotate di servizi per le famiglie, massima sicurezza e intrattenimento. Puoi consultare le spiagge verdi a questo link.
Ma senza la prevenzione anche la spiaggia perfetta può essere pericolosissima!
Gli stessi Pediatri che hanno certificato le spiagge con le bandiere verdi hanno stilato un decalogo dedicato alla sicurezza dei bambini
Si tratta di 10 punti che affrontano altrettanti aspetti della vacanza in acqua, in spiaggia e in piscina -compreso il viaggio- e sono la miglior prevenzione degli incidenti, anche gravi come l’annegamento.
Ecco il Decalogo per la sicurezza del bambino al mare e in piscina:
- Nuoto. Il principale pericolo in spiagge e piscine è l’annegamento. La migliore prevenzione è sapere nuotare. Per questo motivo, i bambini devono imparare a farlo, già dall’età di 3 anni, ma sotto la guida di insegnanti specializzati, preferibilmente nel mare, perché devono imparare a non avere paura di schizzi, acqua profonda, e a saper nuotare sott’acqua con gli occhi aperti. I bambini che ancora non sanno nuotare devono entrare in acqua sempre con i braccioli.
- Mai da soli. Tutti i bambini di meno di 12 anni, compresi quelli che sanno già nuotare, devono essere sempre accompagnati in acqua da un adulto che sappia nuotare bene possibilmente restando sempre vicino a loro.
- Salvataggio. Fondamentale la presenza del servizio di salvataggio, che non deve essere mai interrotto, provvisto di torrette, garantito da bagnini professionisti, con uniformi per facilitare l’identificazione.
- Occhio ai pericoli. Fare il bagno seguendo le ordinanze di balneabilità dei sindaci. Evitare le zone ove si praticano sport acquatici, pesca, gare. Rispettare i percorsi, indicati da corde e boe, che delimitano le vie d’ingresso in acqua di natanti o surf. Guardare le bandiere del salvataggio: se è issata la gialla o la rossa non fare il bagno. Indossare sempre le ciabatte quando si usano docce, servizi igienici o si cammina in zone pavimentate.
- In acqua. Entrare lentamente in acqua, per adattare il corpo alla temperatura del mare, specialmente dopo aver mangiato o quando l’acqua è fredda. Evitare di tuffarsi in mare o in piscina, senza conoscere la profondità dell’acqua per evitare traumi
- Pelle. Proteggere adeguatamente la pelle dal sole
- Sole e caldo senza problemi. Attenzione all’esposizione tra le 12 e 17, specialmente quando il bambino ha meno di 4 anni. Chi resta in spiaggia in questa fascia oraria deve far bere frequentemente il bambino, meglio se ogni 20 minuti, e farlo stare all’ombra, almeno a intervalli ravvicinati.
- In auto. Quando si viaggia in auto con un bambino, mai fermarsi al sole, nemmeno per soste brevi, ma cercare un parcheggio all’ombra.
- Pulizia. E’ ovunque una garanzia di sicurezza. L’acqua limpida è anche una forma di prevenzione degli incidenti perché permette di identificare gli ostacoli sommersi. La pulizia in spiaggia è dimostrata anche dalla presenza di cestini e bidoni per l’immondizia che non devono essere mai pieni, ma svuotati rapidamente, e dall’assenza nella sabbia di conchiglie rotte, vetri, residui di lattine, rifiuti abbandonati, catrame, alghe non raccolte nella battigia o nella sabbia. Non deve esserci degrado ambientale di nessun genere.
- Formazione. Utile far partecipare, durante il mese di aprile e maggio, gli alunni delle scuole elementari e medie (primaria e secondaria) a corsi gratuiti di educazione alla salute sui i rischi potenziali del mare e sui corretti comportamenti nell’ambiente marino.